Tra sacro e profano: Santa Maria in Cappella e i bagni di Donna Olimpia sabato 23/2 ore 15:30
Contributo che comprende visita guidata e biglietto di accesso: adulti 16,00 euro over 65 euro 14,00 euro 6 ragazzi fino a 10 anni.
Appuntamento:dalle 15:15 in Vicolo di Santa Maria in Cappella, 6 Roma
Due Passi tra medioevo e rinascimento. Meravigliosa visita nello scrigno medioevale di Santa Maria in Cappella e nel giardino delle delizie di Donna Olimpia da poco restaurato. Nel cuore di Trastevere , poco lontano dalla più famosa Basilica di Santa Cecilia, si nasconde un piccolo gioiello che, finalmente, dopo anni di polemiche e restauri è stato riaperto al pubblico, è il Complesso architettonico di Santa Maria in Cappella chiesa dedicata alla Vergine e consacrata da papa Urbano II nel 1090. L’edificio di culto fu assegnato alla congregazione delle Oblate di Tor de’ Specchi nel XV secolo e usato come ospedale i cui malati furono affettuosamente assistiti da Santa Francesca Romana e dalle altre Oblate.
Alla famosa santa romana, era molto devota donna Olimpia Maidalchini Pamphilj, nota come “La Pimpaccia”, che acquistò l’intero complesso ed ottenne dal cognato papa Innocenzo X, nel 1653, pieni poteri sulla chiesa di Santa Maria. Tutta l’area acquistata dalla nobildonna fu trasformata in un casino “belvedere” con un meraviglioso giardino di delizie con essenze rare, viti e piante da frutto, soprattutto agrumi, la cui bellezza è tutt’oggi fruibile.
Il complesso prese così il nome di “Bagni di Donna Olimpia” che furono abbelliti dalla realizzazione della Fontana della Lumaca, su disegno di Gian Lorenzo Bernini del 1652.
Donna Olimpia però non si limitò a godere delle delizie del giardino ma costruì sul vicino tratto dell’arenile del Tevere, una sorta di stabilimento balneare “ante litteram” che giustifica così il nome di “Bagni di Donna Olimpia”.
Nei secoli seguenti la proprietà fu affidata ad affittuari cadendo pian piano in declino fino al 1857 quando il principe Filippo Andrea V commissionò all’architetto Andrea Busiri Vici la costruzione dell’ospedale dei Cronici, attivo ancora oggi con il nome di Casa di riposo Santa Francesca Romana.
All’interno della struttura, è stato allestito un museo che racconta la storia del luogo, da piccola chiesa medievale ad ospedale rinascimentale, diventato poi di proprietà della potente “Pimpaccia” che lo trasformò in un luogo di delizie e di piaceri.