La Chiesa e il Rione di San Saba all’Aventino sabato 3 novembre ore 15:30
Contributo: adulti 10,00 euro, over 65 euro 8,00 ragazzi fino a 18 anni 2,00 euro, nel caso il gruppo superi le 12 persone si rendera’ necessario l’uso degli auricoli al costo aggiuntivo di 2,00 euro
Appuntamento: Via di San Saba 18 dale ore 15:15, durata due ore circa, conduce la visita la Dott.ssa Valentina Luciani
Il Rione San Saba, detto comunemente “Piccolo Aventino”, costituisce sin dall’antichità, una sorta di appendice nel destino urbanistico del colle maggiore, nella Roma antica, ebbe prima un carattere popolare– fu ricercato per residenze di lusso. Completamente abbandonato nel medioevo, restò del tutto ai margini della città, coltivato a vigne, ma senza splendore di ville. Unico presidio furono i complessi conventuali, cinti da mura come fortilizi: San Saba e Santa Balbina. Il colle ha ripreso vita a partire dal 1911, in coincidenza con nuove esigenze di espansione della città, La chiesa, Arroccata sulle pendici del piccolo Aventino, la chiesa fu eretta nell’VIII secolo sulle rovine della statio del IV coorte dei vigili e dedicata a Saba, santo monaco di Cappadocia. Il complesso rimase patrimonio dei monaci greci fino all’XI secolo quando, dopo lo Scisma d’Oriente, passò ai benedettini. La facciata dell’edificio risale al periodo romanico così come il portico antistante, sotto il quale sono conservati un superbo sarcofago e diversi oggetti di scavo, mentre l’elegante loggiato, ad arcate su colonne di granito, è del Quattrocento. L’interno, a tre navate divise da antiche colonne romane, è ricco di resti di pitture del XIII secolo di straordinario valore artistico.
Fatta edificare da monaci benedettini, sorge sui resti di un oratorio e quindi su un monastero greco. Nel XII sec. fu affidata ai monaci cluniacensi a cui si devono le forme attuali: un capolavoro di arte medioevale. Notevoli sono gli affreschi. Nella sacrestia e nei locali annessi si conservano i resti delle pitture staccati dall’oratorio sotterraneo