Passeggiando nei luoghi di una tragedia Storica: Beatrice Cenci, “vittima esemplare di una giustizia ingiusta” 06/07 ore 21:00
Contributo: adulti 12,00 euro over 65 euro 10,00 euro, ragazzi fino a 18 anni 2,00 euro
Appuntamento: Piazza delle Cinque Scole dalle ore 20:45 passeggiata a cura della Dott.ssa Cinzia Iorio
MISTERI E MISFATTI. La figura di Beatrice Cenci, nata il 6 Febbraio del 1577, è giustamente considerata come una delle prime “donne coraggiose” poiché accusò pubblicamente, per le continue vessazioni ricevute, il padre Francesco che si era trasformato nel suo aguzzino.
Nei primi anni della sua fanciullezza, Beatrice visse nel Palazzo Cenci la cui costruzione iniziò nel Medioevo e che si trovava al margine del Ghetto degli Ebrei. Quando però Beatrice diventò adolescente, il padre poiché si era fortemente indebitato e quindi non sarebbe stato capace di pagare la dote nel caso volesse far sposare la figlia, decise di rinchiudere Beatrice e Lucrezia, la sua seconda moglie, nella rocca di Petrella Salto che oggi è in provincia di Rieti ma che nel XVI sec. era un feudo della famiglia Colonna ed apparteneva al territorio del Viceregno di Napoli.
Nella piccola località del Cicolano però le sofferenze di Beatrice non finirono e quindi la giovane donna organizzo l’uccisione del padre-aguzzino insieme ai familiari ed ad alcuni conoscenti.
Francesco fu così ucciso e si cercò quindi di nascondere l’omicidio inscenando una caduta accidentale da un balcone della rocca. A Petrella Salto però iniziarono a circolare voci su come realmente fosse morto Francesco Cenci e quindi Beatrice ed i familiari furono arrestati e portati a Roma dove Beatrice fu imprigionata a Corte Savella che allora sorgeva all’angolo tra le attuali Via Monserrato e Via Montoro; il fratello Giacomo, complice nell’assassinio, fu invece imprigionato nelle famigerate carceri di Tor di Nona che si trovavano nell’omonima strada mentre Bernardo, il fratello più piccolo, fu invece imprigionato nel Carcere Mamertino.
Corte Savella oltre ad essere la prigione di Beatrice fu anche il tribunale dove la giovane donna fu processata e condannata insieme a Lucrezia ed a Giacomo alla pena capitale, Bernardo invece, fu condannato al carcere a vita.
La mattina dell’11 Settembre 1599, un’immane folla assistette nell’attuale Piazza di Ponte Sant’Angelo alla morte di Giacomo, Lucrezia e Beatrice; il primo fu squartato mentre le due donne furono decapitate.
Tra la folla probabilmente era presenti Artemisia Gentileschi e Caravaggio che furono profondamente provati da ciò a cui assistettero e forse fu proprio quella macabra esecuzione ad influenzare le loro opere i cui soggetti sono appunto persone decapitate.
E così morì Beatrice, “vittima esemplare di una giustizia ingiusta”, così come la ricorda una targa posta nel luogo dove un tempo sorgeva Corte Savella.